I Domenicani, un convento, un quartiere

Immagine di San Domenico nel Convento
 di San Marco a Firenze


Biografia di San  Domenico
 Domenico era figlio di Felice di Guzmán e di Giovanna d'Aza. Alla nascita venne battezzato con il nome del santo patrono dell'abbazia benedettina di San Domingo de Silos, situata a pochi chilometri a nord del suo paese natale. Inizialmente fu educato in famiglia, dallo zio materno, fu poi inviato, all'età di quattordici anni, a Palencia, dove frequentò corsi regolari di arti liberali e teologia, per dieci anni. Terminati gli studi, all'età di 24 anni, seguì la sua vocazione ed entrò tra i canonici regolari della cattedrale di Osma. Qui venne consacrato sacerdote dal vescovo Martino di Bazan, con l'aiuto di Diego Acevedo. Diego fu eletto vescovo nel 1201, e nominò Domenico sottopriore. Il contatto vivo con i fedeli della Francia meridionale, dove era diffusa l'eresia dei càtari e l'entusiasmo delle cristianità nordiche per le imprese missionarie verso l'Est, costituirono per Diego e Domenico una rivelazione. Di ritorno da un secondo viaggio in Danimarca, scesero a Roma nel 1206 e chiesero al papa Innocenzo III di potersi dedicare all'evangelizzazione dei pagani. Il papa li inviò come predicatori in Francia meridionale. I due accettarono e, nel 1206, Diego e Domenico furono inviati missionari in Linguadoca.

Ordine domenicano

Nel 1205 il vescovo di Tolosa, Folco, donò a Domenico la chiesa di Notre-Dame de Prouille, presso Fanjeaux, dove risiedevano una comunità di donne convertite dal catarismo. Il monastero di Prouille fu il centro della predicazione di Domenico per il successivo decennio. Tra il 1213 e il 1214, a Fanjeaux, prese forma l'idea di dare inizio a un nuovo ordine e nella primavera del 1215 il vescovo Folco diede il primo riconoscimento ecclesiastico alla comunità di Domenico. Pierre Seila, ricco cittadino di Tolosa, mise a disposizione della missione di Domenico i suoi beni e la propria abitazione. Come luogo di culto, la comunità ottenne da Folco la chiesa di San Romano. Nel 1215 Domenico accompagnò il vescovo Folco a Roma, dove doveva celebrarsi un concilio, e chiese a papa Innocenzo III l'approvazione della sua fraternità e la conferma dei beni che gli erano stati donati. Poiché, dopo il IV concilio Lateranense, vigeva il divieto di fondare nuovi ordini religiosi, il pontefice impose a Domenico di adottare una regola già esistente: nel 1216 Domenico scelse la regola di sant'Agostino, alla quale aggiunse degli statuti ispirati a quelli dei canonici di Prémontré.  Il 22 dicembre 1216 papa Onorio III, da poco succeduto a Innocenzo III, emanò la bolla Religiosam vitam, mediante la quale approvò la comunità di Domenico come compagnia di canonici regolari posta sotto la protezione della Sede Apostolica; con una seconda bolla del 21 gennaio 1217 il pontefice riconobbe l'originalità del carisma di Domenico e approvò la sua fraternità come ordine religioso, detto dei frati predicatori. Come richiesto dal concilio Lateranense IV i frati dovettero adottare una regola preesistente; optarono quindi per quella agostiniana, tradizionalmente attribuita a sant'Agostino. Tra i primi conventi in Italia, nati già nel XIII secolo, ricordiamo quelli di Bologna, Forlì, Piacenza, Pistoia.

Vita monastica domenicana

I domenicani si dedicano principalmente al tradizionale ministero della predicazione, che si concretizza in varie forme: missioni popolari, ritiri spirituali, corsi di formazione religiosa, comunicazione sociale, insegnamento, studio, ricerca scientifica e culturale, editoria. I frati sono coinvolti nell'animazione della religiosità popolare e devozionale. Propagano le devozioni al nome di Gesù e del rosario (attraverso la promozione confraternite, crociate, congressi). I principali centri di studio sono l'Università San Tommaso d'Aquino, eretta a Roma nel 1580, trasformata in ateneo Angelicum nel 1909 e decorata del titolo di Pontificia Università da papa Giovanni XXIII, che comprende le facoltà di teologia, filosofia, diritto canonico e scienze sociali. Gli studiosi domenicani hanno esercitato una notevole influenza su tutta la teologia a venire fino a dare un importante contributo al concilio Vaticano II nel ‘900.  I frati domenicani ancora oggi stampano e dirigono numerosi periodici a carattere scientifico, culturale o popolare.
 I 4 quartieri di Firenze
File:San Giuseppe (Via Santa Caterina d'Alessandria) portale.JPG
Isimboli dei quartieri sul portale di S. Giuseppe a Firenze
A partire dalla metà del Trecento, la città di Firenze viene suddivisa in quattro quartieri: Santo Spirito a sud in Oltrarno, Santa Croce a est, San Giovanni a nord, Santa Maria Novella a ovest, ciascuno dei quali trae la denominazione e lo stemma dall’edificio religioso più importante. Si tratta di tre basiliche e del battistero. Lo stemma del quartiere di Santa Maria Novella riproduce parte di quello dell’Ordine domenicano della chiesa omonima. Quest’ultimo è costituito da uno scudo bianco e nero che riproduce i colori dell’abito monastico dei domenicani: veste bianca, simbolo di purezza, con mantello e cappa neri, simbolo di penitenza. Sulla parte cappata nera dello stemma è posta una stella a ricordare la nascita di San Domenico,  fondatore dell’Ordine, mentre sulla parte bianca i frati del convento di Santa Maria Novella avevano aggiunto il sole raggiante del volto del Cristo. La sua non vasta estensione aveva origine dal Ponte Vecchio e si inoltrava per Por Santa Maria, Calimala, Piazza San Giovanni, Via Zanetti e via Faenza fino
a raggiungere le mura urbane e l'omonima Porta, interessando tutto il settore ovest di Firenze, inclusa la riva destra a nord dell'Arno. La basilica domenicana di Santa Maria Novella con la sua grande piazza è il centro di questo quartiere che include prestigiosi palazzi delle antiche famiglie Antinori, Bartolini, Salimbeni,
Davanzati, Rucellai, Spini e Strozzi. 
Il Quartiere comprendeva i Gonfaloni del Lion Bianco, del Lion Rosso, della Vipera e dell'Unicorno.

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